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Il CBD Può Essere Considerato Doping?

Negli ultimi anni, il CBD (conosciuto anche come cannabidiolo) ha guadagnato una crescente popolarità tra gli atleti e gli appassionati di sport di tutto il mondo. Questo composto derivato dalla pianta di cannabis è spesso elogiato per i suoi potenziali benefici, che vanno dalla gestione del dolore al recupero post-allenamento. Ma con la sua crescente adozione sempre più sportivi iniziano a porsi una domanda fondamentale: il CBD può essere considerato doping?

Cos’è il CBD?

CBD, o cannabidiolo, è uno dei numerosi composti chimici presenti nella pianta di cannabis. A differenza del THC (tetraidrocannabinolo), che è il principale psicoattivo della cannabis e responsabile della sensazione di “euforia”, il CBD non presenta questo tipo di effetti. Questo significa che non provoca quella sensazione di “alterazione” o “sballo” tipica della marijuana, pur agendo sul sistema endocannabinoide. Invece, è principalmente conosciuto per le sue potenziali proprietà terapeutiche.

La sua crescente popolarità ha portato alla commercializzazione di una vasta gamma di prodotti a base di CBD, tra cui olio di CBD, creme, cristalli e cannabis legale, che sono facilmente disponibili anche su shop online come l’Erba Proibita.

CBD e Sport

Nel panorama sportivo contemporaneo, la ricerca della prestazione ottimale è incessante. Ogni atleta, sia professionista che dilettante, cerca metodi e strumenti per migliorare il proprio rendimento, accelerare il recupero e gestire al meglio dolore e infiammazioni.

In questo contesto, il legame fra CBD e sport ha iniziato a farsi più saldo: dall’atletica leggera al calcio, passando per le arti marziali e la danza, sempre più atleti stanno esplorando i possibili benefici del cannabidiolo.

Per esempio, nel mondo del MMA (Mixed Martial Arts), dove gli atleti spesso affrontano traumi fisici e livelli elevati di stress, alcuni combattenti hanno dichiarato di utilizzare il CBD per aiutare nella rigenerazione muscolare e nella gestione del dolore. Essi sostengono che il CBD li aiuta a recuperare più rapidamente tra una lotta e l’altra, permettendo loro di tornare all’allenamento con minori tempi di inattività.

Nel mondo del basket professionistico, ci sono giocatori che hanno raccontato di aver adottato il CBD come un’alternativa naturale ai farmaci antidolorifici tradizionali. Questi atleti affermano che il CBD offre un sollievo dal dolore senza gli effetti collaterali spesso associati ai farmaci da prescrizione.

Anche nel golf, uno sport noto per la sua enfasi sulla concentrazione mentale, alcuni giocatori hanno parlato apertamente del loro utilizzo del CBD per aiutare nella focalizzazione e nella gestione dell’ansia durante le competizioni.

Il CBD e le Normative sul Doping

Mentre la popolarità del CBD cresce in molti settori, tra cui lo sport, sorge inevitabilmente la questione della sua legalità e conformità alle normative anti-doping. Gli atleti, in particolare, sono sottoposti a rigidi controlli e regolamenti che mirano a garantire un campo di gioco equo e a proteggere l’integrità delle competizioni.

Cosa dice la World Anti-Doping Agency (WADA) sul CBD?

La World Anti-Doping Agency (WADA) è l’ente principale responsabile della regolamentazione e della lotta contro il doping nello sport a livello globale. La posizione della WADA sul CBD ha subito significative modifiche negli ultimi anni, riflettendo l’evoluzione della ricerca e la crescente accettazione del cannabidiolo.

A partire dal 1° gennaio 2018, la WADA ha ufficialmente rimosso il CBD dalla sua lista di sostanze proibite. Questo significa che gli atleti possono legalmente utilizzare il CBD senza rischiare sanzioni per doping. Tuttavia, è essenziale sottolineare che solo il CBD è stato rimosso dalla lista. Altri cannabinoidi, in particolare il THC, rimangono sostanze proibite.

La decisione di escludere il CBD dalla lista delle sostanze proibite è stata presa in seguito a un esame approfondito delle prove scientifiche disponibili e delle tendenze globali in materia di regolamentazione del CBD. La WADA ha riconosciuto che il CBD non ha un potenziale di abuso e non produce gli effetti psicoattivi associati ad altri cannabinoidi, come il THC.

Il rischio per gli atleti

Tuttavia, la WADA avverte gli atleti di esercitare cautela quando utilizzano prodotti a base di CBD. Questo perché molti prodotti sul mercato possono contenere tracce di THC, che, come menzionato, è ancora una sostanza proibita. Dal momento che anche piccole quantità di THC potrebbero risultare in un test anti-doping positivo: è essenziale che gli atleti scelgano prodotti accuratamente testati e garantiti per contenere solo CBD puro, senza tracce di THC o altri cannabinoidi proibiti.

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