Prima di parlare delle proprietà terapeutiche della cannabis dobbiamo specificare cos’è questa particolare pianta.
La cannabis è una pianta originaria dei Paesi asiatici dalle foglie di forma particolare. La fama di questa specie vegetale è dovuta alla ricchissima presenza di sostanze chimiche e cannabinoidi sui quali, nonostante i numerosi studi in merito, c’è molta disinformazione. Quello della cannabis è un argomento molto discusso che trova pareri contrastanti, tuttavia la pianta originaria dell’Asia Centrale ha molte qualità che cercheremo di scoprire in questo articolo.
Cannabis: origini storiche
La cannabis, o canapa, ha origini che affondano le radici in tempi molto antichi (vedi Wikipedia), infatti le prime tracce del suo utilizzo risalgono ai tempi del Neolitico, quando vennero ritrovati alcuni semi fossilizzati in una grotta in Romania. Prima di diventare il più potente prodotto psicoattivo e psicotropo di oggi, la canapa è stata per millenni utilizzata a scopo industriale, infatti la sua struttura la rende un’ottima fibra tessile, ad esempio per la produzione della carta, tanto che le coltivazioni si espansero notevolmente.
Oltre ad essere impiegata in questi modi è molto utile anche come medicina e le proprietà della cannabis vennero scoperte in tempi molto antichi e tutt’oggi supportate dalla medicina moderna. Importata nei Paesi europei nel 500 a.C., la cannabis ha impiegato circa un secolo per affermarsi, attraversando anche epoche difficili in cui la produzione venne drasticamente ridotta in diverse occasioni:
- nel 1484 tramite una bolla papale che ne vietava la coltivazione,
- nel Novecento a causa del proibizionismo per la sua particolare composizione, infatti c’era molta più disinformazione rispetto ad oggi.
Dopo questi periodi bui, la cannabis venne riscoperta in tutto il mondo e per quanto riguarda l’Italia la diffusione è strettamente legata all’espandersi delle Repubbliche marinare perché utilizzavano questa specie vegetale per il fiorente settore della pesca, in particolare per le corde, ma anche per realizzare robuste vele alle proprie flotte di guerra. Ad oggi il largo consumo è dovuto alle varietà che vengono depotenziate in modo da essere perfettamente legali e acquistabili per risolvere diversi problemi di salute.
Importante è ricordare che anche riuscendo a mantenere accettabili i livelli di sostanze presenti, si tratta di un rimedio naturale e molto efficace contrastando il problema alla fonte. Al giorno d’oggi il nostro Paese ne permette l’utilizzo grazie alle proprietà terapeutiche della cannabis in modo sicuro perché regolamentato da una legge. Scopriamo qualcosa di più sulla sua composizione, oggetto di moltissime discussioni passate e attuali.
Cannabinoidi
Fra le diverse specie appartenenti alla cannabis, quella più utilizzata è la sativa ed oltre a scopo ricreativo trova largo impiego nella produzione tessile, della carta, dell’edilizia e in campo medico. Anche i meno esperti a riguardo sanno che la cannabis è composta da alcune sostanze che agiscono sui recettori del corpo, dette cannabinoidi: si tratta di composti chimici di origine naturale i cui effetti sulla mente e sell’organismo sono molto discussi e trovano pareri contrastanti. In particolare le due sostanze più conosciute in tale ambito sono il CBD e il THC.
In alcuni Paesi la cannabis viene considerata una droga che dà inizio al successivo consumo di altre sostanze nocive proprio per la presenza dei cannabinoidi, in realtà molti studi hanno dimostrato che provoca meno danni rispetto ad altre sostanze come ad esempio l’alcool, inoltre alcuni cannabinoidi possono essere impiegati con successo a fini terapeutici grazie alle proprietà terapeutiche della cannabis
Il CBD
Le proprietà terapeutiche della cannabis sono dovute al CBD: un cannabinoide che compone molti rimedi curativi perché non crea dipendenza. E’ uno degli 80 composti chimici presenti nella cannabis ed è quello che ha più proprietà benefiche riuscendo addirittura a contrastare gli effetti dannosi del THC.
Sebbene il CBD rientri nella stessa categoria dei cannabinoidi, ha proprietà sedative e calmanti molto efficaci e per questo motivo viene sintetizzato in ambito medico e prescritto per aiutare ad attenuare la percezione del dolore sia lieve come possono essere le mestruazioni, che di forte intensità come un malessere di tipo cronico. Gli studi condotti finora hanno affermato che il CBD non crea dipendenza e può essere assunto in totale tranquillità apportando solo benefici poiché si presenta come la risposta giusta per risolvere diverse problematiche quali stati di ansia, depressione, vuoti di memoria, stress, disturbi del sonno, convulsioni, spasmi muscolari, nausea, infiammazioni ma anche patologie più gravi come l’epilessia, il morbo di Parkinson, la sclerosi, il cancro e la schizofrenia.
Il CBD può essere assunto in diversi modi, fra cui il più versatile è sicuramente sotto forma di olio da ingerire, ma è importante sottolineare che va ben distinto dagli effetti stupefacenti purtroppo più famosi rispetto all’enorme quantità di proprietà benefiche che questa sostanza dona alla cannabis.
Il concentrato di CBD sprigiona il massimo delle potenzialità prevenendo i segni dell’età; non meno importante l’azione antiossidante che consente di combattere i radicali liberi svolgendo un’efficace azione di ringiovanimento della pelle e protezione del cervello da patologie neurodegenerative. L’uso medico del CBD è decisamente il più interessante ed è importante approfondirlo per permettere di diffondere l’utilizzo della cannabis fra le medicine tradizionali grazie a questo composto che legandosi ai ricettori CB2 del sistema immunitario e del sistema nervoso centrale li stimola provocando gli effetti benefici descritti finora.
Il THC
Il THC è l’elemento psicoattivo che rende la cannabis molto ricercata per uso ricreativo donando sensazioni di euforia e rilassamento. L’azione potente di questo cannabinoide fa sì che venga considerato una vera e propria droga dal momento che altera la mente fornendo una percezione spazio-temporale errata a causa dell’azione psicotropa, inoltre causa anche ipotensione, ansia, sonnolenza, riduzione dei riflessi, paranoia, grande appetito.
In piccole quantità però tale sostanza può aiutare per aumentare il livello di energia e alleviare dolori e infiammazione, in ogni caso è obbligatoria la prescrizione medica valutando gli studi fatti sulla dipendenza da questa sostanza.

Altri componenti sulla cannabis
Ci sono anche altri principi attivi che compongono la cannabis che vale la pena sottolineare, infatti le diverse varietà contengono ben 480 molecole, ognuna con effetti differenti sull’organismo umano. Fra queste ce ne sono 80 che non troviamo in nessuna altra specie vegetale, ossia i cannabinoidi. Oltre a CBD e THC, sono presenti:
- il CBN: ricavato dalla scomposizione del THC, questo elemento è in grado di alleviare l’ansia e donare positività a chi ha disturbi dell’umore che riguardano un continuo stato di oppressione. Dal punto di vista della salute, il CBN riesce a ridurre la pressione oculare e preservare una buona vista;
- il CBG: famoso per gli effetti antibatterici e molto rilassanti;
- il THCA: forma acida del THC ma senza proprietà psicoattive. Si trova nella pianta quando è ancora fresca, mentre viene drasticamente ridotto durante l’essiccazione, in ogni caso il livello deve essere sempre adeguato per contrastare gli effetti del THC;
- il CBDA: forma acida del CBD e diversi studi hanno confermato l’importanza della sua presenza perché ha effetti antiemetici e aiuta a contrastare la comparsa di tumori;
- il CBC;
- il THCV;
- il CBDV.
Proprietà terapeutiche del CBD
Grazie all’importante presenza naturale del CBD, la cannabis è stata studiata molto a lungo dagli esperti e tutt’oggi è materia di indagine scientifica. In ogni caso le prospettive sono molto buone per quanto riguarda l’ambito terapeutico perché questa molecola non ha effetti collaterali, non è tossica e non crea alcun tipo di dipendenza. Fra le numerose virtù che consentono di utilizzare la cannabis light per le proprietà terapeutiche della cannabis per scopi medici troviamo le proprietà antalgiche, antinfiammatorie, sedative e addirittura inibitrici per la proliferazione di cellule tumorali di alcune tipologie di cancro e in grado di ridurre il rischio della necrosi di tessuto muscolare cardiaco dopo un infarto.
Tra le sostanze vegetali ad azione psicotropa e psicoattiva più consumate, la cannabis ad oggi conta moltissime varietà che si sono dimostrate molto utili per trattare diversi disturbi: ansia, stati depressivi, alterazioni dell’umore grazie alle proprietà calmanti, stati nervosi, insonnia o altre problematiche legate al sonno, agitazione, stress e altri.
Ma non è solo il CBD che rende la cannabis una buona ‘medicina’, infatti come abbiamo visto contiene altre sostanze altrettanto benefiche.
Proprietà terapeutiche del THC
Conosciuto solo per il suo aspetto negativo, questo componente della cannabis gioca in realtà un ruolo molto importante in ambito medico. Il tetraidrocannabinolo ha diverse proprietà tanto che la sostanza è stata riconosciuta da enti importanti come la FDA statunitense che ha approvato la produzione di farmaci che contengono THC a livelli accettabili. Ecco i benefici più importanti per la salute:
- aiuta ad attenuare il dolore;
- riduce sintomi come la nausea e il vomito, effetti dovuti anche alla presenza di diverse patologie o terapie;
- stimola l’appetito e dunque si dimostra molto efficace per trattare pazienti con anoressia, disturbi alimentari e patologie che riducono il senso di fame;
- induce il sonno;
- agendo sull’ippocampo aiuta la guarigione nelle persone che soffrono di disturbi post-traumatici da stress.
Proprietà terapeutiche del CBDA e del THCA
Aumentano esponenzialmente gli studi condotti su altri cannabinoidi che compongono la cannabis e mentre finora sono stati riconosciuti solo i benefici di CBD e THC, ad oggi il potere medicinale di questa pianta può essere riconducibile anche alla presenza di sostanze acide. Parliamo del CBDA e THCA che altro non sono che le medesime molecole ma in forma acida, componenti della pianta prima che venga sottoposta al processo di essicazione. Questi acidi giocano un ruolo fondamentale per la crescita e il corretto sviluppo della cannabis agendo sulla struttura della pianta e mantenendola in salute perché favoriscono l’eliminazione delle cellule morte. Allo stesso modo gli effetti sul corpo umano sono simili perché laddove siano presenti cellule malate che possono sfociare in malattie come il cancro, aiutano a prevenire questo rischio rafforzando allo stesso tempo il sistema immunitario; inoltre combattono l’infiammazione e diminuiscono i livelli di dolore. Per quanto riguarda il CBDA invece le proprietà benefiche principali sono quattro:
- combatte l’infiammazione;
- inibisce la nausea e il vomito;
- ha un effetto anticonvulsivo per cui viene inserito in farmaci per curare l’epilessia;
- ha effetti antidepressivi.
Proprietà terapeutiche del CBC
Il cannabicromene è presente in grande quantità nella pianta della cannabis e viene sintetizzato nei farmaci perché contiene principi attivi essenziali per contrastare diversi disturbi:
- ha effetti antibatterici sull’organismo perché riesce a disintossicarlo eliminando funghi e batteri che possono essere la causa di infezioni e malattie,
- combatte l’infiammazione,
- riduce gli edemi,
- allevia la percezione del dolore,
- combatte la depressione,
- stimola la neurogenesi, ossia aumenta la vitalità delle cellule presenti nel nostro cervello.
Proprietà terapeutiche del THCV e del CBDV
Dalla struttura molecolare simile al THC, il THCV ha effetti diversi sull’uomo perché non è un componente psicoattivo. Al contrario, apporta benefici importanti:
- rafforza le ossa,
- regola il glucosio nel sangue ed è quindi adatto per trattare i pazienti che soffrono di diabete o hanno problematiche simili,
- aiuta a controllare e ridurre gli attacchi di panico.
Per quanto riguarda il CBDV, esso è un valido alleato per combattere la rigidità muscolare dovuta a diverse malattie.
Cannabis light o erba legale
Viene definita così la pianta che viene depotenziata del naturale livello di THC in modo da sfruttarne le potenzialità in ambito medico senza effetti psicotropi ma agendo in modo benefico. Più precisamente, la cannabis light contiene percentuali di THC che non superano lo 0,6%, è il preparato può essere reperito in farmacia perché compone alcune medicine, oppure il medico può prescrivere sotto altre forme il consumo di CBD. In ogni caso è importante sempre fare riferimento a questa figura e non agire in autonomia perché sbagliare è molto semplice, inoltre sis fora facilmente nell’illegalità perché l’unico modo di acquistare la cannabis giusta per uso medico è sotto la prescrizione di uno specialista.
Cosa ne pensa l’ONU
Sono talmente positivi gli effetti delle proprietà terapeutiche della cannabis in ambito medico che l’ONU alla fine del 2020 ha preso una decisione molto importante togliendola dall’elenco delle sostanze stupefacenti. La classificazione delle sostanze dannose che dal 1961 raggruppa piante e derivati psicoattivi a seconda della loro pericolosità, conteneva la cannabis nella tabella IV, la più importante dal momento che contiene anche sostanze come l’eroina. In virtù dei suoi impieghi terapeutici la canapa non può essere assolutamente associata a composti di questo tipo e dopo 50 anni L’ONU ne ha riconosciuto il valore terapeutico finalmente un’erba legale. Da precisare che fra i Paesi Europei solo l’Ungheria si è dimostrata contraria a questa decisione. Anche se l’allentamento dei controlli internazionali non avverrà subito, si tratta di una svolta importante perché finalmente la cannabis non è più considerata una sostanza stupefacente. Inizia da qui il processo di legalizzazione della cannabis terapeutica ma questo avvenimento è una vittoria simbolica già da ora per i sostenitori del cambiamento della politica sulle droghe, d’altro canto di fronte ai numerosi studi condotti, l’ONU non poteva agire diversamente. Dopo il 2019, in cui l’OMS sostenne che il CBD non doveva essere soggetto a controlli internazionali, la rimozione della cannabis dalla restrittiva tabella degli oppioidi è il passo fondamentale per riconoscere questa specie vegetale come benefica.
Patologie che migliorano con l’uso della Cannabis Medica
Il Ministero della Salute ha precisato che l’utilizzo per godere delle proprietà terapeutiche della cannabis non può essere considerato una terapia ma un trattamento sintomatico, questo significa che la cosiddetta Cannabis Medica può essere prescritta solo in situazioni particolari:
- sclerosi multipla;
- lesioni del midollo spinale;
- incontinenza della vescica;
- rigidità della muscolatura;
- dolore cronico;
- disturbi del sonno che impediscono un riposo corretto;
- gravi condizioni infiammatorie;
- nausea e vomito che derivano dalla presenza di malattie aggressive per cui la persona si sottopone a terapie importanti come la chemioterapia, radioterapia, terapie per l’HIV;
- problematiche relative alla mancanza di appetito con successivi stati di salute molto gravi;
- regolazione della pressione intraoculare, date anche le proprietà benefiche dei cannabinoidi sulla retina;
- tic nervosi che comportano movimenti involontari;
- patologie neurodegenerative come l’Alzheimer, il Parkinson, la malattia di Huntington e la sclerosi laterale amiotrofica;
- epilessia, grazie alla presenza del CBD;
- problemi dermatologici;
- patologie cardiovascolari;
- disturbi metabolici;
- problemi gastrici;
- problematiche a livello osseo;
- quadro psichiatrico difficile.